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Recensione di Chiara Tamburini

17 marzo 2017

Bedero Valcuvia e il suo eroico Don Rocco Jemoli

La passione per le storie di Camillo Bignotti, ingegnere di professione, è diventata l’attenzione e la diligenza che ha composto i fatti di Bedero Valcuvia, paesino lombardo a Nord di Varese. Il suo nuovo romanzo, pubblicato da qualche mese, è una finestra sul mondo di Don Rocco Jemoli e sulla storia tra Ottocento e Novecento; un’occasione d’oro per sviscerare la virtù dell’animo umano come la generosità e la perseveranza, un giusto proseguimento per le vicende e le cronache di un parroco e della sua gente.

Il romanzo che ci viene consegnato è un intricato groviglio di discorsi, accadimenti e pensieri, tutti scritti a partire dall’incrocio tra i documenti degli archivi comunali e quelli degli archivi parrocchiali del tempo, arricchito da motivi e immagini, foto, volti e voci. Sono infatti proprio i dialoghi a essere stati – deliberatamente e dichiaratamente – aggiunti per riempire i vuoti lasciati dalle sole trascrizioni dei documenti, per comporre, se vogliamo, un secondo racconto fatto ora di sussurri, ora di rivendicazioni e minacce.

Nella lunga vicenda che riguarda la costruzione della nuova Casa Parrocchiale vive tutta l’anima di Don Rocco, che lotta contro i macigni imposti dal Comune e le ingiustizie di un’amministrazione incomprensibile. Un tira e molla logorante ma doveroso per quella comunità cui sente di appartenere e che più di tutto gli appartiene, verso cui dimostrava di nutrire un dovere di rappresentanza non solo spirituale ma anche civica e identitaria. Condividendo le notizie della guerra e il passare degli anni, agli abitanti di Bedero Valcuvia il parroco chiederà sostegno e comprensione tra le sue angosce e le sue tribolazioni.

Un fermento instancabile per sfoggiare interessi e resistenze, orgoglio ed imprese faticose: il racconto di Bedero Valcuvia è eroico come il titolo stesso dichiara, in modo onesto e per nulla leggero. La scrittura scorre sotto gli occhi in una lettura rilassata ma non per questo distaccata, anzi coinvolta nelle sfumature di personaggi archetipi dalle mille risorse e per questo spesso pronti a svelare qualcos’altro di sé.

 

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